QUANDO è STATA CONCEPITA
Fin dal 2002. Essa da allora è codificata in ogni suo dettaglio.
“CODIFICATA”, NON SCRITTA
Precisazione fondamentale. Infatti NON PUò essere scritta in nessun modo, salvo riferimenti e tracce parziali.
Essa infatti prevede:
- una MUSICA SPECIFICA per ogni luogo della terra
- per ogni ora del giorno
- per ogni momento dell’anno
in più subentrano anche variabili di tipo atmosferico, climatico, etc che determinano la mutevolezza di molti aspetti, principalmente delle dinamiche sonore e anche delle variazioni degli organici impiegati.
Perciò, non si può scrivere. E’ anche perciò la via verso un nuovo modello di “partitura”.
In realtà, non inedito. Tutto il Novecento musicale si è impegnato a fondo in tale via. Infine la figura di Giacinto Scelsi (1905-1988), che, per sua stessa volontà, sta a poco a poco emergendo “postuma”, è un antecedente diretto, sia per la tecnica concentrata sull’approfondimento dei singoli suoni, sia per il fatto che Scelsi non “componeva” in senso tradizionale, ma codificava direttamente con gli esecutori su partitura le improvvisazioni.
E l’opera Cosmogonia Sonora può essere realizzata solo proseguendo su questa strada, anzi, incrementandola con ulteriori apporti. Infatti la tecnica di approfondimento dei singoli suoni trova una sua giustificazione pedagogica nella metodologia funzionale per la voce e gli strumenti (ma anche per attori, danzatori, etc) codificata da Gisela Rohmert e dal Lichtenberger Institut di Darmstadt. Il suono lungo, prodotto e ascoltato con calma e attenzione alle sensazioni di ogni momento crea un legame indissolubile con il nostro vissuto quotidiano e nello stesso tempo, lo collega “misteriosamente” (ma in realtà: con precise ragioni scientifiche!) alle grandi energie cosmiche.
LA STORIA DELLA MUSICA RIVISITATA E LEGATA AI VARI LUOGHI DELLA TERRA
Cosmogonia Sonora è anche una poderosa rivisitazione di tutta la storia della musica: il lavoro di comparazione analogica del materiale musicale con gli elementi della natura _ debitore in questo alla metodologia di lavoro di Marius Schneider (1903-1982) grande studioso delle cosmogonie sonore antiche _ fa sì che ogni luogo della terra, ogni elemento (montagne, vegetazione, corsi d’acqua etc) sia abbinato a un materiale musicale proveniente dalla tradizione storica ma “ri-trattato” attraverso la tecnica dell’approfondimento dei suoni singoli.
IL ROSARIO COSMOGONICO: MACCHINA COSMICA PERPETUA
A questo si aggiunge il testo principale: il Rosario Cosmogonico, dilatato 24 ore per 24 in una sorta di calendario perpetuo, e decodificato anche come una descrizione di come le forze cosmiche agiscono, da sempre e in ogni istante, dentro e fuori di noi.
A tale testo principale sono sovrapponibili i livelli ipertestuali più disparati, purché “significhino” in risonanza col testo principale
PERCHè è POTENZIALMENTE “LA PIù GRANDE OPERA DI TUTTI I TEMPI”
- La Tetralogia di Richard Wagner comprende quattro opere e la sua rappresentazione _ comunque in teatro _ richiede almeno un tempo che va dal pomeriggio a una intera serata fino a notte
- il non realizzato “Mistero” di Alexander Skrjabin (1872-1915) doveva essere realizzato in una settimana
- La “Universe Symphony” di Charles Ives (1877-1954), non completata in maniera “tradizionale”, ma interamente progettata dall’autore in ogni suo dettaglio per poter essere poi realizzata anche da altri: contiene una “cosmogonia” di orchestre del cielo e della terra, e una prospettica di “inquadrature” del paesaggio musicale e cosmico assieme. Tuttavia si tratta pur sempre di una sinfonia _ atipica quanto mai, ma di una sinfonia, con una sua durata relativamente limitata.
- “Licht” di Karlheinz Stockhausen prevede 7 opere per ogni giorno della settimana, ma anche in questo caso _ peraltro pure qui entro i confini del teatro sia pure dilatati _ basterebbe forse una giornata intera per rappresentarle tutte insieme
- “Cosmogonia Sonora” invece, che ha solo nel progettato mistero skrjabiniano l’antecedente di superare i confini del teatro e svolgersi “in natura” PRATICAMENTE NON FINISCE MAI (potenzialmente) POTREBBE SEMPRE RICOMINCIARE 24 ORE SU 24 E SVOLGERSI IN OGNI LUOGO DELLA TERRA CON UN MATERIALE MUSICALE SEMPRE DIVERSO. In pratica è un’opera perpetua…
COME REALIZZARLA
Forse nella sua interezza, non potrà essere realizzata mai … ma l’importante in questa “utopìa”, è probabilmente fino a dove ci si può spingere in un ideale avvicinamento a questo “limite estremo”.
- sono infatti possibili realizzazioni specifiche per ogni luogo prescelto, e per un numero di ore concordato
- è poi possibile coordinare fra loro da due a più luoghi che realizzino la versione dell’opera a loro dedicata sincronizzandosi su una data comune
- prima di tutto questo, si possono formare gruppi _ con corsi o formazione di ensembles musicali composti anche da non professionisti, grazie all’efficacia della pedagogia funzionale _ che con sessioni improvvisative gradualmente inizino a realizzare “campioni” del materiale musicale dell’opera
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.